È arrivato il momento di

FARSIFORZA

Perché la tua vita, il tuo modo di essere, non sono destinati a rimanere sempre uguali, a scorrere come un fiume tranquillo.

Forse tu avresti voluto che fosse così: un lento procedere senza scosse, fatto di trasformazioni graduali, che ti conducesse per mano dalla culla alla fine materiale, accompagnandoti come un antico spirito benevolo e protettivo.

Hai però il dubbio che questo quadro, per quello che ti riguarda, corrisponda più a un desiderio che alla realtà delle cose. E che mantenere questa fantasia in qualche modo abbia un suo prezzo da pagare. Non sai tanto bene dove ti trovi: se al centro di un giardino zen o sul ciglio di un vulcano che non si decide ad eruttare.

Hai bisogno di farti forza perché c’è qualcosa che ti manca, e non sai nemmeno cosa. Ma se questo qualcosa a cui non sai dare un nome ti incalza giorno e notte, è assai probabile che tu stia mettendo il naso fuori da una finestra che prima, nella tua vita, nemmeno vedevi.

Che cosa sta capitando, che cosa ti accadrà? Di solito le persone che iniziano ad attraversare una fase di risveglio spirituale, vanno incontro a molti cambiamenti:

  • Presto inizierai a notare delle cose che fino a ieri non vedevi, perché ti sembravano comuni. Ma non lo erano affatto.

  • Potresti diventare insofferente verso alcuni amici, anche di vecchia data, e forse smettere all’improvviso di frequentarli.

  • Inizierai a sbirciare libri proibiti… dal buon senso e dal buongusto comune, tipo quelli sull’aldilà scritti dalle medium americane, donne coloratissime e un po’ sfacciate (libri da tenere infilati negli scaffali meno in vista!).

  • Si moltiplicheranno le coincidenze (che gli spiritualisti chiamano sincronicità) e certi piccoli eventi che ti daranno la sensazione indefinita di contenere dei presagi, anche non capirai bene quali, né riuscirai a trasmettere la tua sensazione a nessun altro.

  • Ogni tanto farai dei sogni più vivi e intensi del solito, che avranno tutta l’aria di essere dei messaggi simbolici, ma non riuscirai a decifrarli. Nemmeno la tua psicanalista ci capirà molto. Tranquillizzati: dovrai solo allenarti nell’arte dell’attesa, e i significati – esclusivamente tuoi – arriveranno per parlarti.

  • In seguito a ciò potresti perfino pensare di fare a meno della tua psicanalista.

  • Forse desidererai parlare di quello che ti succede con chiunque ti capiti a tiro, ma gli interlocutori scarseggeranno: non stupirtene, è normale che sia così. Sentirai l’impulso di cercare altrove.

  • Questo altrove eserciterà un richiamo forte e struggente. Ti sembrerà, inoltre, che si sposti un po’ più lontano ogni volta che avrai la convinzione di stare per raggiungerlo.

  • Allora ti sentirai molto sola, molto solo.

  • Dovrai scegliere se lasciare perdere tutto questo – perché oltre ad ispirarti curiosità ed euforia ti rende talvolta infelice – o se provare a fare quattro passi dentro ciò che non conosci.

“Se non sai dove andare, vai dove non sai”, diceva un grande saggio cristiano che si chiamava Giovanni della Croce.

In effetti funziona così: chi tra gli esseri umani si arrischia a mettere piede sul famoso, luminoso, misterioso Sentiero spirituale, deve sapere che sta avvicinandosi a un mondo sconosciuto e remoto, di cui (a scuola, nella società) non vengono insegnate né la bellezza né le fatiche.

Per essere raggiunto, questo mondo richiede di mettere in dubbio quasi tutto quello che abbiamo imparato e che pensiamo di sapere su di noi e sugli altri. Soprattutto quello che pensiamo di sapere su di noi.

Il Sentiero richiede di cambiare, che è la cosa più difficile del mondo.

Cambiare modo di pensare e di vivere suona benissimo, è un idea esaltante, ma la realizzazione non è un’impresa facile.

Nel mondo della ricerca spirituale ci si può perdere; anzi, questo accade regolarmente: si chiama passaggio iniziatico. Ci si può sentire più lontani dagli affetti di sempre, in conflitto con il mondo circostante, e al tempo stesso scoraggiati dall’attesa di grandi rivelazioni o di svolte che pare non arrivino mai.

C’è chi decide di lasciare perdere, di rimandare, perché l’avventura appare vagamente rischiosa, e c’è chi invece, nato ostinato, mette tutte le sue energie nell’impresa.

Alcune anime sono temerarie, altre più prudenti. Ma non importa a quale tribù apparteniamo, perché da millenni i grandi Maestri ci spiegano che la Via è una sola.

Di un’altra cosa possiamo stare certi: è normale sentirsi in difficoltà, anche quando ci appare chiaro come non mai che qualcosa di grande e di luminoso esiste e ci sta chiamando. È normale sentirsi soli e abbandonati.

Nei momenti difficili dobbiamo sempre ricordare che tanti e tante prima di noi hanno incontrato gli stessi nostri smarrimenti e li hanno affrontati. Le loro voci sono presenti, trasformate in insegnamenti, pratiche di autoanalisi, memorie, racconti. Esistono moltissimi modi per farsi forza, e provare a condividerli è una fatica che per me è bello fare. Per questo ti trovi qui, per questo ho iniziato a scrivere per te.

 Benvenuta, Benvenuto!

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