I veri motivi per cui non possiamo rinunciare alla sofferenza

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• Che cosa è la sofferenza e quali sono le sue manifestazioni nell’essere umano? La sofferenza è uno “stato d’animo”, uno “stato di coscienza”, che può mettere in moto le funzioni della nostra psiche e che si manifesta sui quattro piani fondamentali della coscienza: fisico, emotivo, mentale, spirituale •

Peter Roche de Coppens è un autore che ha esplorato in modo profondo ma pratico gli aspetti dell’essere umano legati alle difficoltà che si incontrano durante le varie tappe dello sviluppo psicologico e spirituale. Sa descriverle in modo semplice, anche se attinge i suoi contenuti dalle più antiche tradizioni religiose ed esoteriche. Le sue osservazioni sulla sofferenza offrono un aiuto importante per chi cerca una consapevolezza serena e attiva nell’affrontare i propri nodi e i propri limiti esistenziali. Vediamo cosa ci dice sull’argomento nel suo utilissimo libro “Lo sviluppo dell’uomo nuovo”.

La sofferenza è una forza

Che cosa è la sofferenza e quali sono le sue manifestazioni nell’essere umano? La sofferenza è uno “stato d’animo”, uno “stato di coscienza”, che può mettere in moto tutte le funzioni della nostra psiche (o una o due in particolare) e che si manifesta sui quattro piani fondamentali dell’essere e della coscienza: sul piano fisico, emotivo, mentale e spirituale.
La sofferenza è anche una forza che rende conscio l’inconscio, che per la sua intensità ed acuità ci forza a realizzare cose, che magari esistevano da tanto tempo nell’inconscio. La sofferenza ci porta ad una intensificazione della nostra coscienza e ad una focalizzazione della nostra attenzione.

La sofferenza, quindi, è come un “sistema di allarme” che serve per indicarci, con il suo linguaggio, che c’è un lavoro da fare, che dobbiamo “cambiare certe cose” e “fare attenzione”. In più, ci aiuta a conoscerci meglio, a scoprire i nostri limiti e capacità… e a focalizzare le nostre facoltà ed energie superiori quando non esistono più soluzioni “in basso” e ci sentiamo imprigionati ed apparentemente “senza speranza”. In questo modo la sofferenza ci aiuta a capire meglio le leggi della Vita e del nostro essere e a sviluppare l’empatia e la simpatia per gli altri.

UN BREVE “RIPASSO” SEMPRE UTILE! (di argomenti che forse già conosciamo)

A livello fisico, sensoriale, la sofferenza è caratterizzata da una tensione, una pressione e una disarmonia che fanno insorgere il dolore fisico. Questo è un “segnale d’allarme” che richiede che tutta la nostra attenzione sia rivolta verso la parte dolente del nostro corpo, in modo che qualche cosa sia cambiato o fatto. La sofferenza emotiva è caratterizzata da forti emozioni che, pure loro, creano una disarmonia ed una tensione nella nostra coscienza. Queste disarmonia e tensione agiscono, a loro volta, come un “segnale d’allarme” per indicarci che qualche cosa deve essere fatto a livello emotivo, che esistono problemi che richiedono la nostra attenzione a livello emotivo.

La sofferenza mentale è caratterizzata dalla confusione e dalla disarmonia mentale; ci porta ad essere attirati in direzioni opposte, da scelte contraddittorie. Il che non è altro che un segnale d’allarme di qualche cosa che non funziona a livello mentale… e che richiede attenzione e trasformazione.
Infine, forse la più complessa da affrontare: la sofferenza spirituale, l’”angoscia esistenziale”, che è caratterizzata da un senso di ansietà, di malessere, da un senso di “perdita”, di “isolamento” e di “abbandono”. Perdita di che cosa? Della Luce Divina e del contatto cosciente con la nostra Sorgente ed Essenza spirituale, del Sé. Questo è, chiaramente, un altro segnale d’allarme che ci avverte, con il dolore e il malessere, che dobbiamo fare, o cambiare, qualche cosa nella nostra vita e modo di essere.

Seguendo questo modo di pensare, possiamo concludere che la sofferenza è una disarmonia, una tensione, un malessere che, agendo sul piano fisico, emotivo, mentale e spirituale, serve da segnale d’allarme per farci uscire dalla routine e per dirci che qualche cosa deve essere fatto o cambiato. Ma cosa cambiare? Bisogna imparare la lezione dagli effetti delle cause messe in moto in un passato lontano e avere quindi l’opportunità di fare il “prossimo passo nella nostra evoluzione” sviluppando nuove potenzialità e facoltà del nostro essere, oppure mettendo fine ad un comportamento o ad abitudini che ci fanno del male perché non corrispondono più alla nostra salute, stato di coscienza o “livello vibratorio”.

Da dove proviene la sofferenza e quali sono le sue cause? La sofferenza ha due grandi cause o agenti: l’essere umano stesso e Dio. Per la maggioranza delle persone e per la maggior parte del tempo, la sofferenza ha causa ed origine in noi stessi. Arriva e si manifesta con quelli che chiamiamo “incidenti”, “coincidenze”, o semplicemente “sfortuna”. La causa ed origine non è altro che l’essere umano stesso con ciò che ha fatto o non fatto nel passato.

Tutte le tradizioni e le religioni sacre hanno sempre affermato: “Ciò che l’uomo semina, raccoglie”. La legge della giustizia, della Causa ed Effetto, o del Karma, come si chiama in Oriente, è inflessibile ed inesorabile. Oggi, la scienza moderna afferma la stessa cosa, ma con altre parole: Causa ed Effetto si susseguono come la reazione segue l’azione, in un modo irresistibile ed assoluto. Nella sofferenza e nella “prova”, gli esseri umani continuano ad affermare che queste sono un “incidente” o una “sfortuna”! Ed anche questo ha una causa ed un’origine: ancora il basso livello di coscienza dell’essere umano ed il fatto che la sua psiche, la sua coscienza sono ancora mezze addormentate.

Una persona può abusare di sé o degli altri in tanti modi e quindi “raccogliere le conseguenze”. Può abusare del suo corpo, delle sue emozioni, della sua mente ed anche avere impiegato male le proprie energie e facoltà spirituali… e tutto ciò porta sempre conseguenze inevitabili. Consciamente o inconsciamente, una persona può avere fatto del male ad altre persone, sfruttandole o creando animosità, che ora “regolano i conti” magari anche senza rendersene conto! In altri casi, uno può non avere colto le opportunità che gli si erano presentate. Uno può non avere sviluppato certe facoltà e capacità (come, per esempio, l’intelligenza, la prudenza, il discernimento, la volontà, l’intuizione, ecc.) ed ora trovarsi sprovvisto di queste in un mondo che ora richiede queste capacità. Questo problema è ancora più complesso a livello mentale in quanto la memoria è ancora una facoltà in embrione, poco sviluppata… e che ricopre solo una vita che è come “un giorno nella scuola della Vita”.

Se, però, la sofferenza viene da altre persone, tramite l’ignoranza, l’egoismo, l’immaturità o anche la cattiveria, la domanda diventa allora: Perché ho incontrato questa persona? Perché sono stato attratto da questa persona? Perché mi sono messo con questa persona senza riconoscere i pericoli e le implicazioni di questo coinvolgimento? Anche qui, le risposte sono molteplici. Possiamo avere “lezioni” da imparare da questo coinvolgimento che ci darà molto e ci farà maturare. Oppure questa persona esercita una certa “attrazione” solo per una certa parte del nostro essere… ma per soddisfare questa parte, ci dimentichiamo tutte le altre parti e tutti gli ammonimenti. Infine, ci possono essere altri fattori che entrano in gioco.

“SIAMO DEGNI DI GRANDI AVVENTURE, DI GRANDI BATTAGLIE, DI GRANDI SOFFERENZE!” (esortazione templare)

Dice de Coppens che per alcuni la sofferenza può arrivare anche “dal Cielo” e non come una punizione, bensì come una possibilità in più di elaborare dei contenuti spirituali impegnativi e di procedere quindi con più velocità ed intensità sulla Via:

Mentre la maggior parte della sofferenza è creata dall’uomo stesso, esistono però sofferenze che non lo sono, che sono invece mandate dal Cielo! Questi casi sono abbastanza rari e riguardano generalmente persone “più evolute” a livello umano e spirituale. In tali casi, la Provvidenza Divina, tramite i Suoi molteplici “agenti” a “laboratori umani”, manda calunnie, persecuzioni e tradimenti che un individuo deve accettare e sopportare per scoprire certe cose in sé stesso, sviluppare certe facoltà ed attualizzare un certo potenziale. Lungi dall’essere un segno di “ira divina” (che esiste solo nella mente e nell’immaginazione degli uomini), queste situazioni e difficoltà sono, invece, un segno di “favore divino”: costituiscono una benedizione ed un “privilegio” speciale che Dio manda a coloro che sono vicini a Lui, che sono “suoi amici”… per il loro più grande bene e più rapido progresso.

Come testimonianza di questa verità abbiamo la dichiarazione unanime di tutti i grandi santi e saggi di tutti i tempi e dei martiri cristiani in particolare… che offrono un drammatico esempio. Tutti questi, senza eccezioni, hanno sempre considerato le difficoltà e le situazioni difficili (quindi la sofferenza) come “grazie” particolari del Cielo. Questo perché, avendo risvegliato la loro coscienza spirituale, potevano capire e vivere le loro difficoltà e sofferenze in modo completamente diverso da quello di una persona che non ha ancora risvegliato la propria coscienza spirituale. Anche le Sacre Scritture ci dicono, in un modo molto chiaro ed esplicito, che: “Quelli che Dio ama molto, fa molto soffrire in questo mondo”. È per questo che i veri Cavalieri di tutti i tempi (gli Ordini di Cavalleria autentici erano una “scuola spirituale ed iniziatica”, nei loro aspetti più profondi) riconoscono questa verità nel loro famoso detto “Siamo degni di grandi avventure, di grandi battaglie, di grandi sofferenze”!

Perché la sofferenza e le difficoltà sono una “grazia del Cielo”? Perché richiedono il massimo delle nostre capacità e risorse e quindi risvegliano ed attivano molti aspetti della nostra personalità che, altrimenti, rimarrebbero latenti e sconosciuti. Perché costituiscono la più grande “scuola” del carattere, della nobiltà e della Cavalleria Spirituale! Perché ci portano, poco a poco, a realizzare il senso spirituale del famoso detto romano: Nihil Umanum Alienum a me Puto; ossia, d’ora in poi, nessuna esperienza umana potrà minacciare o distruggere la mia “pace”, ciò che mi è più caro e prezioso e quindi farmi cadere nell’ansietà e nella disperazione. Questo perché ci forza a mantenere sempre un contatto cosciente con la Luce e le Energie Spirituali che, sole, possono portarci a questa realizzazione. È a questo punto, e solo a questo punto, che un essere umano diventa, veramente universale, veramente Umano e tutta la Terra e la Vita si aprono a lui!

COME CONSIDERARE LA SOFFERENZA IN MODO DIVERSO (E MOLTO PIÙ UTILE)

Quale è il significato e lo scopo della sofferenza umana? La sofferenza ha vari significati e scopi, ma i più importanti sono i seguenti:

1. Funziona come segnale d’allarme ai livelli fondamentali del nostro essere per attirare la nostra attenzione su certe cose e per farci cambiare attitudini e comportamenti non funzionali.
2. Ci risveglia dal nostro stato di torpore e di letargo per farci trovare le risposte… ai nostri problemi e ai dolori; ci fa capire perché una certa cosa ci succede, ci spinge a trovare soluzioni. Agisce quindi come forte motivazione e forza propulsiva per farci maturare e crescere. Per di più ci obbliga ad adoperare tutte le nostre risorse, a sviluppare le nostre facoltà o a chiedere aiuto al Cielo e quindi fare un’alternanza fra la polarità maschile e quella femminile del nostro essere.
3. Essa richiede il massimo, il meglio di noi stessi, e quando le nostre risorse umane sono esaurite, ci spinge a cercare e chiedere “risorse superiori”, e quindi a scoprire, attraverso la nostra esperienza, che queste risorse superiori esistono e possono aiutarci.
4. In conclusione, la sofferenza umana è un sistema d’allarme che ci dice che dobbiamo fare qualche cosa con urgenza cercare risposte, trovare soluzioni, impiegare tutte le nostre risorse, o chiedere aiuto al Cielo, a Dio. Essa è quindi la “via regia” per evolvere, maturare… fin quando l’Amore del Bello, del Buono e del Vero prenderà il suo posto.

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