5 ESERCIZI PER RITROVARE LE COORDINATE DURANTE L’EMERGENZA CORONAVIRUS

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• Come sentirsi più leggeri durante la reclusione •

1) Smascherare il caos  

In questo momento è indispensabile non farsi travolgere dal caos nel quale il mondo sembra immerso. Non abbiamo il potere di capire cosa stia effettivamente succedendo, ma possiamo sentire la dissonanza cognitiva che ci trasmette rendendoci fragili ed esposti ad attacchi di ogni tipo. Se vi sembra di stare perdendo i vostri punti di riferimento, dovete ancorarvi e rendervi stabili. Il metodo migliore è quello di dedicare qualche momento a sentire il corpo, a sentirvi nel corpo, a prestare attenzione a tutte le piccole cose che fate.
Solo affrontando la consapevolezza nelle piccole cose troverete la calma per affrontare quelle più grandi. Tutti ci possono riuscire: è solo una questione di allenamento. Imparare a centrarsi è una tecnica che ha delle basi semplici, ma alla quale pochissimi ricorrono ritenendola scontata, quasi elementare e dunque poco efficace. Invece è il fondamento del vivere quotidiano, sia dei grandi spiritualisti che di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Potete aiutare voi stessi e dare il vostro contributo al mondo soltanto se siete in grado di radicarvi nel quotidiano, qualsiasi evento vi porti. Siamo qui tutti insieme e questa vita è ciò che abbiamo a disposizione per fare del nostro meglio. Prima ce ne facciamo una ragione e prima smetteremo di caricarci di angoscia; abbiamo bisogno di equilibrio. Non cerchiamolo tra le stelle ma qui, adesso.
Sul sito ci sono alcuni scorrevoli articoli su questo argomento.

2) Leggere storie vere, di difficoltà e di rinascita

Non dedicate troppo tempo alla lettura di notizie di cronaca: parlano solo di paura e tetri scenari per il futuro. Molti psicologi consigliano ai depressi di non guardare i telegiornali, e hanno ragione. L’afflusso di cattive notizie di fronte alle quali vi sentite impotenti ha il solo risultato di rendervi più tristi e più soli. Tra l’altro quella che siete indotti a percepire è una visione molto parziale del mondo (non è vero che siete soli, e nemmeno impotenti); tuttavia è molto aggressiva.
Nulla invece fa sentire bene come la rinuncia a collegarsi alle fonti di stress che troviamo sul web e in televisione. Perché scegliendo esercitiamo la nostra volontà. Possiamo scegliere cosa vedere e cosa no e questo ci restituisce un senso di libertà e di forza interiore.
Se vi piace leggere, potete orientarvi verso le biografie o le opere autobiografiche che raccontano di vicende umane particolari. Potete scoprire le storie di tante persone, famose o meno, che si sono trovate in gravi difficoltà ma che alla fine ce l’hanno fatta. La loro forza, o la forza del loro destino, vi contagerà.
Un piccolo libro molto bello è “Uno psicologo nei lager” di Viktor Frankl.
Il protagonista ci mostra come ha vissuto i suoi giorni nel più buio dei gironi infernali. Ecco un piccolo estratto del libro:

Nonostante tutto -o forse proprio a causa della nostra situazione- la bellezza della natura, che ci fu negata per anni, ci entusiasmava. E più tardi, nel Lager, durante il lavoro, qualcuno richiamava l’attenzione del compagno che gli sbuffava accanto, su un quadro meraviglioso che si offriva ai suoi occhi; come avveniva, per esempio, nella foresta bavarese (dove ci toccava costruire enormi fabbriche sotterranee per la produzione bellica), quando il sole al tramonto irradiava di luce i tronchi degli alberi, proprio come in un famoso acquarello di Dürer. E accadde una volta, di sera, mentre stanchi morti dopo il lavoro ci eravamo già sdraiati per terra, nelle baracche, con la ciotola della minestra in mano, un compagno entrò a precipizio, invitandoci ad uscire sullo spiazzo dell’appello, nonostante la stanchezza e il freddo di fuori, perché non dovevamo perdere lo spettacolo di un certo tramonto.
E quando, usciti fuori, vedemmo le scure nubi rosseggianti e tutto l’orizzonte animato da nubi multicolori e sempre mutevoli, con le loro figure fantastiche ed i loro colori ultraterreni, dall’azzurro cobalto al rosso sangue e sotto, in contrasto, le tristi capanne di terra del Lager e il paludoso spiazzo dell’appello, nelle pozzanghere del quale si specchiava la bragia del cielo, allora, dopo alcuni minuti di silenzio rapito, qualcuno disse: “Come potrebbe essere bello il mondo!”.

3) Fare attività fisica… dimenticandovi lo scopo!

Fate tutti i giorni esercizio fisico; ma non per mantenervi in forma. Dovete dedicarvi al corpo per due motivi. Primo, per riuscire ad ascoltarlo bene: fate ogni esercizio lentamente, portando l’attenzione alle sensazioni fisiche. Dedicatevi a capire i vostri limiti, a sentire lo sforzo e a fermarvi prima che diventi eccessivo; a muovervi senza trattenere il respiro. Bastano 20 minuti e 4 o 5 esercizi ben fatti per sentirsi tonificati e rigenerati. Il corpo è il vostro più grande compagno di vita. È ora di conoscerlo!

Il secondo motivo è che l’attività fisica svolta senza apparente “scopo pratico” serve a coltivare e ad allenare l’intenzione. La scelta di esercitarvi in qualcosa verso cui non provate un grande entusiasmo e che non vi dà un piacere scontato, è un grande passo in avanti per aiutare il vostro essere ad accettare dei cambiamenti. Siamo abituati a fare con gusto solo solo ciò che crediamo ci piaccia, rifiutando tutto il resto. È così che opponiamo resistenza ai cambiamenti nelle nostre vite. Prepararsi ai cambiamenti invece è importante.
Perciò, fate con impegno e con cura qualcosa che non vi interessa. Allenatevi a trovarla piacevole! Vi aiuterà a trovare più accettabili i cambiamenti delle abitudini che in questo momento stiamo tutti subendo. Fare un’attività senza scopo, sulla base di una nostra scelta volontaria, ci allena a non percepirci come soggetti passivi di fronte agli eventi della vita (o agli ordini imposti dall’alto) e a sentire più intensamente quella capacità volitiva che tutti abbiamo dentro e che ci guida ad affrontare gli eventi senza sentirci travolti o dominati da essi.

4) Gli esercizi da monaci zen

Provate a ritardare un atto o un gesto che state per compiere naturalmente, spinti da una pulsione o da un desiderio. Se avete fame, aspettate mezz’ora prima di mangiare. Se avete sonno, ritardate l’incontro con il cuscino per qualche minuto. Anche questa piccola pratica vi farà sentire molto più forti. Vi darà la sensazione di sapervi dominare; qualità che sicuramente avete, ma che non siete abituati ad utilizzare. Si tratta di un esercizio spirituale che è alla portata di tutti. Perché non provare a misurarvi con voi stesse/i in piccole “imprese” non traumatizzanti? È partendo da questi piccoli movimenti che si arriva alla conquista di sé, un passo dietro l’altro. Ne abbiamo bisogno in questo momento. Scoprirete di avere delle risorse che non sospettavate di possedere. È un ottimo modo per andare incontro alla vita, smettendo con gradualità di averne paura.

5) Scrivere lettere: scriverle agli amici e…

Scrivere agli amici. Si parla tanto della progressiva “perdita di umanità” della nostra società. Ma se ne parla in modo astratto. La cosiddetta umanità va coltivata con azioni concrete. Una delle cose che nessuno oggigiorno fa più è di scrivere lettere di carta agli amici. Le lettere sono state scavalcate dalle email; ma le email non le hanno sostituite. Le lettere erano un faccenda ben diversa, fino a 20 anni fa. Creavano un mondo speciale tra chi le scriveva e chi le riceveva. Scrivere è prima di tutto un atto di cura e di attenzione verso se stessi; l’invio della lettera estende questa cura anche all’altro. Anche se si parla del più e del meno, la lettera è lì a testimoniare fisicamente che abbiamo dato il nostro tempo, il nostro pensiero e la nostra manualità per il prossimo.
Non vi piace usare fogli bianchi e non avete carta da lettere? Se amate disegnare potete costruirla voi! Decorate le pagine con matite, pennarelli, collages. Fate che la carta sia un messaggio che parla di voi. Chi lo riceve possederà qualcosa che ha la qualità del dono, e lo saprà.
Portare a termine un piccolo lavoro pratico e mentale dà pace e soddisfazione; scarica le energie e aumenta la centratura. Inoltre sulla carta potete scrivere delle cose che non osereste mai dire a voce.

E qui c’è una grande sorpresa che vi aspetta.

A volte, durante i gruppi o i seminari, i partecipanti che si conoscono da un po’ di tempo vengono invitati a fare questo gioco: una persona entra nel cerchio e si siede. Gli altri a turno devono dirle una sua qualità. Non ci crederete, ma accadono cose sconvolgenti! Chi è al centro si emoziona in maniera molto profonda, a volte ha persino difficoltà a reggere il gioco fino in fondo. Ma anche gli altri entrano in una dimensione completamente nuova. Riuscite a indovinare perché? Siamo talmente abituati a pensare ed agire in modo completamente impregnato di critiche e giudizi, che un semplice gioco di questo tipo è capace nel giro di pochi minuti di sconvolgere i nostri schemi emotivi e mentali.
Provate a farlo nelle vostre lettere (deciderete poi se spedirle davvero oppure no). Provate a ripercorrere la vostra storia di amicizia con una persona, a dirle quali sono sue caratteristiche che più vi piacciono. Potreste addirittura ricordarvi del perché siate ancora amici dopo tanti anni… nonostante tutto!
O magari potreste ricordarvi di qualcuno che non sentite più da tempo, che avete dimenticato o lasciato andare via, troppo presi dalle esigenze pressanti della vita pratica.
Usare questo tempo per rinsaldare i rapporti è una cosa intelligente, oltre che importante. Nella fase di difficoltà che stiamo attraversando è importante sentirsi vicini ad altre persone, che non siano solo i parenti più stretti. Possiamo tutti contribuire a combattere l’isolamento sociale, che è uno dei mali di questo momento. È inutile parlarne solo da un punto di vista teorico; iniziamo dalle piccole azioni, a riprendere contatto con gli altri. Da bambini ne eravamo capaci, ci veniva naturale. Dobbiamo soltanto aiutarci a ricordare come si fa.

Scrivere ai nemici. Infine, scrivere lettere è terapeutico anche quando abbiamo in testa persone che ci hanno fatto del male o che detestiamo cordialmente.
Un ottimo esercizio è quello di scrivere una lettera a qualcuno che odiamo, svuotandoci di tutti gli insulti e gli accidenti che sogniamo da anni di urlargli di persona. Possiamo elencare tutto quello che ci ha fatto e spiegargli nei dettagli quanto ciò lo renda una persona orribile.
Una volta conclusa la lettera, vi accorgerete di che grande valvola di sfogo sia scrivere missive di questo tipo. Vi aiuterà molto a scaricarvi.
Potrete conservare questa lettera per un po’ di tempo, rileggerla magari, e infine bruciarla. Contemplare le vostre parole di odio che ardono e si polverizzano sarà un passo importante per liberarvi dei pensieri negativi che vi legano a quella persona. Un piccolo rituale creato e condotto soltanto da voi: è un potere che avete.

Perché non sperimentarlo adesso?

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