CRISI DA RISVEGLIO SPIRITUALE 4. Nemici interni ed esterni: come affrontarli

da | Crisi da risveglio

In questo brano Roberto Assagioli usa alcuni termini specifici e tecnici, che si riferiscono alla sua scuola di pensiero. Non è però difficile intuitivamente comprendere il significato essenziale di ciò che vuole comunicare (se vi sono dei dubbi si può leggere “Crisi da risveglio spirituale. Introduzione”. È a disposizione anche una breve biografia di Assagioli. Infine, saranno sicuramente utili gli articoli Crisi da risveglio spirituale 1, 2 e 3!)

Occorre tenere presente che quando Assagioli parla di Volontà, non si riferisce a quello che noi intendiamo comunemente con questo termine, attribuendogli un’aura per certi versi soffocante e costrittiva. Per Assagioli la Volontà è una forza benefica e regolatrice a nostra disposizione, che dobbiamo solo imparare a “prendere per il verso giusto”, in modo da farne la nostra più incantevole alleata. Si tratta di un tema molto interessante, che Assagioli approfondisce nel suo libro “La Volontà”, una miniera di indicazioni per la nostra rinascita interiore… Nel frattempo, ecco come continua riguardo i problemi legati al risveglio spirituale.

“Il prezzo che deve essere pagato per l’alta conquista dell’autorealizzazione, è una radicale trasmutazione e rigenerazione della personalità. Si tratta di un lungo e multiforme processo che include fasi di rimozione attiva degli ostacoli all’afflusso e all’azione delle energie supercoscienti.

Questo è un periodo movimentato, pieno di cambiamenti, di alternanze fra luce e tenebra, fra gioia e sofferenza. Le energie e l’attenzione dell’individuo sono così assorbite da tale compito che può venire compromessa la sua capacità di dedicarsi ai problemi ed alle attività della vita normale. Osservato dall’esterno e giudicato in termini di ordinaria efficienza, sembra che egli sia peggiorato e non abbia più le capacita di un tempo; perciò non gli vengono risparmiati giudizi critici da parte di amici o di medici bene intenzionati ma non illuminati; spesso è il bersaglio di osservazioni pungenti e sarcastiche sui suoi ‘belli’ ideali e aspirazioni spirituali che lo rendono debole e inetto nella vita pratica. Questo genere di critiche produce molta sofferenza e può far sorgere dubbi e scoraggiamento.

Tale esperienza costituisce una delle prove sulla via dell’autorizzazione; essa insegna la lezione del superamento della sensibilità personale e obbliga allo sviluppo della indipendenza interna e la fiducia in se stesso, senza risentimenti contro gli altri. Essa deve essere accettata in uno spirito di letizia, o almeno di serenità, e usata come una opportunità per sviluppare la forza interna. D’altra parte se coloro che vivono accanto a lui sono comprensivi, possono molto aiutare, risparmiando tanti attriti e tanta sofferenza non necessari.

In realtà questo è un periodo di transizione; la fine della vecchia condizione senza aver raggiunto saldamente la nuova; uno stadio intermedio in cui, come è stato detto, si è simili ad un bruco in processo di trasformazione nell’alata farfalla. L’insetto deve passare attraverso lo stadio di crisalide, una condizione di disintegrazione e di impotenza. Ma l’individuo generalmente non ha la protezione di un bozzolo in cui attuare quel graduale processo di trasformazione in solitudine e in pace. Egli deve — soprattutto ai nostri giorni — rimanere al proprio posto nella vita, continuare a svolgere il proprio compito nella famiglia, nella professione, i propri doveri sociali quanto meglio può, come se niente fosse accaduto o dovesse ancora accadere. Il suo problema è simile a quello che deve essere affrontato da ingegneri che debbano ricostruire una stazione ferroviaria senza interrompere il traffico neppure per un’ora. Non sorprende quindi che questo compito difficile e complesso, questa ‘doppia vita’, produca disturbi psichici di varia natura, quale stanchezza, insonnia, depressione emotiva, aridità, agitazione mentale e irrequietezza, che a loro volta possono produrre ogni sorta di sintomi fisici.
Talvolta i disturbi sono causati, o aggravati, da un eccessivo sforzo personale per affrettare la realizzazione superiore mediante una forzata inibizione e repressione degli impulsi sessuali e aggressivi; tentativo che produce una intensificazione dei conflitti e delle loro conseguenze. Tale atteggiamento è spesso il frutto di concezioni morali e religiose troppo rigide e dualistiche, che portano alla condanna degli impulsi naturali considerati come ‘cattivi’ o ‘peccaminosi’. Vi sono anche persone le quali hanno abbandonato coscientemente tale atteggiamento, ma che sono tuttora inconsciamente condizionate da esso in qualche misura e manifestano sia ambivalenza al riguardo sia oscillazione fra i due atteggiamenti estremi, cioè repressione oppure sfogo non dominato di tutti gli impulsi. Quest’ultimo non è una soluzione accettabile, tanto dal punto di vista etico quanto da quello medico, poiché produce inevitabilmente nuovi conflitti fra gli impulsi fondamentali, o fra questi e le restrizioni imposte non soltanto dalle convenzioni sociali ma anche dai normali rapporti interpersonali e da una giusta integrazione e adattamento sociale.
La soluzione va invece ricercata in una armonica integrazione di tutti gli impulsi della personalità, anzitutto mediante una loro adeguata subordinazione e coordinazione, e poi mediante la trasformazione e sublimazione di una parte delle energie eccessive o non utilizzate.
Il conseguimento di tale integrazione può essere grandemente facilitato dalla attivazione delle funzioni più elevate, poiché gli interessi più vasti e superiori agiscono come una calamita che attrae verso l’alto le energie psichiche degli impulsi ‘inferiori’. Inoltre, quando la Volontà viene riconosciuta e utilizzata, essa può dare un contributo efficace all’integrazione armonica, mediante il suo potere regolatore.
Una difficoltà diversa, e in certo senso opposta, si presenta all’individuo durante i periodi in cui il flusso delle energie supercoscienti è agevole ed abbondante. Se non viene saggiamente regolato può disperdersi in eccitazione e attività febbrili, Oppure, se lo si tiene troppo a lungo soffocato senza permetterne l’espressione, può raggiungere una tensione tanto alta da essere nociva al sistema nervoso così come un eccesso di energia elettrica può bruciare le valvole. Il rimedio adatto consiste nell’usare le energie che affluiscono in maniera costruttiva e armonica tanto nell’opera di rigenerazione interna, quanto nell’espressione creativa e nel servizio umanitario, a seconda della capacità, condizioni e opportunità individuali.

Da Lo sviluppo transpersonale, Roberto Assagioli, Astrolabio

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