A SCUOLA DALLO SCIAMANO. PER INIZIARE, SEGUI IL VULCANO.

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In tutte le tradizioni si parla dei processi di purificazione, di integrazione e di guarigione che precedono l’inizio di una vita rinnovata, e anche della vita “attiva” degli sciamani e delle sciamane.

Come nelle fiabe, ci sono delle prove e degli ostacoli da affrontare. I più difficili sono, ormai lo sappiamo, quelli che si trovano dentro di noi sotto forma di memorie e di blocchi, molto più di quelli che arrivano “da fuori”. All’aspirante, di fatto, viene richiesto di mettere in atto un cambiamento. O meglio: un profondo cambiamento interiore, per il quale saranno richieste pazienza, forza d’animo e tenacia. Tendenzialmente non verrà (più) abbandonato in un bosco per un mese, solo e senza viveri. Non dovrà digiunare allo stremo o combattere con animali feroci.
Dovrà forse acquisire nuovi poteri extrasensoriali? Forgiare il carattere per diventare insensibile alle avversità? No e no. Entrambe le cose saranno un giorno la conseguenza, un benefico effetto collaterale della riuscita del suo lavoro interiore, ma non l’obiettivo su cui concentrarsi…

Sembra una caccia al tesoro, e in effetti un po’ lo è. In Occidente siamo diventati meno cruenti (almeno apparentemente) nelle prove iniziatiche per quello che riguarda il corpo, ma il corpo è sempre coinvolto: non solo nei processi di purificazione e di integrazione, ma proprio in tutto il nostro processo di elevazione coscienziale ed esistenziale. Corpo e coscienza non appartengono a dimensioni separate.
Forse è noioso sentirlo ripetere (e viene ripetuto molto spesso), ma senza prendere radicalmente in considerazione il nostro corpo, non possiamo pensare di avere accesso ad una dimensione più profonda della nostra esistenza. Il corpo è, di fatto, una porta. La più importante che abbiamo a disposizione per espandere la nostra coscienza.

Le indicazioni per inserirsi nel processo, nell’onda che porta a diventare sciamani o sciamane, sembrano assomigliarsi un po’ tutte. La stessa vecchia storia raccontata mille volte. Ma ci sono tanti modi trasmettere le cose.
Osho e Vicki Noble * ad esempio, ci danno una visione molto carnale, passionale e tellurica di come dovrebbe/potrebbe essere l’inizio di questa avventura a cui ci sentiamo chiamati. È interessante leggere i seguenti due brani, scritti da loro, affiancandoli. Primo, perché utilizzano entrambi l’immagine molto potente del Vulcano. E poi perché possiamo ascoltare un punto di vista maschile ed uno femminile sull’argomento, ma tutti e due molto “corporei” e pieni di vita, di ardore, di sensazioni… molto lontani dai nostri eventuali ideali ascetici.
Gli Elementi della Natura sono presenze fondamentali in tutte le tradizioni sciamaniche del mondo. Con Osho e Vicki entriamo dentro la Terra, nel Fuoco e nell’Acqua, che sono poi un veicolo e una metafora dell’entrare dentro noi stesse-i. Il loro è un invito caldo, poco formale, umano. Che parla di Esplosioni.

Possiamo provare a vedere se ci toccano e ci ispirano per muovere i primi passi nel cammino:

“Quando il mio processo psichico sciamanico di guarigione ebbe inizio sperimentai, come tutti gli sciamani del mondo, alcuni fenomeni stupefacenti e intensi per i quali non avevo una spiegazione razionale.
La vigilia di Ognissanti del 1977 feci quello che, in una prospettiva sciamanica, considerai Il Grande Sogno. Sognai che, la mia compagna, le mie figlie e io vivevamo troppo vicine a un vulcano attivo in procinto di eruttare. Quando mi svegliai ritenni che il vulcano rappresentasse forze profonde in movimento dentro di me, pronte a manifestarsi ed erompere nel mondo esterno. E naturalmente era vero. Ma la primavera successiva, durante un periodo di intensa pratica yoga giornaliera e di studi di esoterismo, mi si formò un grosso ascesso sulla schiena. Cercai di recepire i messaggi della mia schiena e, attraverso i sogni di quella settimana, appresi che il mio corpo stava espellendo tossine che avevo accumulato a 4 anni(…) Per dieci giorni i miei genitori mi avevano portata a fare iniezioni (scalciante e urlante) antirabbia alla schiena. Pensai che lo yoga avesse stimolato un processo di purificazione che attraverso l’ascesso eliminava le tossine del vaccino
Il sesto giorno di quel grossissimo e dolorosissimo ascesso dissi a Karen che l’ascesso mi sembrava un vulcano pronto ad eruttare. Il giorno dopo (il vulcano di) Mount St Helens esplose, e il mio ascesso anche!
In quel momento mi fu tutto chiaro: La Terra è viva. Lei e io siamo la stessa cosa. Il mio corpo non è separato o diverso dal suo. (…)
Il corpo è più di un recettore dei sensi, più di un mezzo fisico, è uno strumento di consapevolezza sovracosciente in contatto diretto con l’anima. Il corpo è il mezzo per rimanere sul sentiero della coscienza sciamanica e per comunicare su questo pianeta con forze sconosciute, invisibili e appartenenti all’intuito”.

Tratto da “Il risveglio della Dea” – Vicki Noble, ed. Tea

E adesso ecco Osho:

“Non costringere la tempesta a ritirarsi. Piuttosto vivila, lascia che esploda. Lascia che si esprima, mettila in atto. Lascia che la tempesta scompaia, ma per evaporazione. Non reprimerla. Se la reprimi, resterà dentro di te. Se la reprimi nell’inconscio, persisterà. Aspetterà il momento giusto per esplodere. Avrai sempre paura che scoppi, dovrai continuamente lottare contro di lei. E non potrai mai vincere, perché ciò che viene represso deve essere continuamente soffocato. La tua tranquillità poggerà su un vulcano, e il vulcano potrà erompere in qualsiasi momento.
Pertanto avrai sempre paura della vita, perché la vita può creare possibilità in cui il vulcano può erompere. Negherai la vita, cercherai di sfuggirla. Vorrai andare sull’Himalaya perché lì non c’è nessuno che possa creare l’occasione che faccia esplodere il tuo vulcano. Ma il vulcano continua ad esistere e gli Himalaya saranno tutti inutili se non si permette a quel vulcano di esplodere.
Ed è bene lasciarlo esplodere. In questo momento ti stai lasciando sfuggire un’esperienza fondamentale, e cioè lasciare esplodere completamente il vulcano, rilasciare completamente la pazzia, esprimere qualsiasi cosa sia presente in te: la tua tempesta interiore. Lascia che esca e non opporle resistenza, non reprimerla. Lascia che si manifesti completamente. Allora verrà un momento in cui la tempesta passerà.
Passata la tempesta scenderà su di te il vero silenzio. Vero nel senso che non sarà coltivato: sarà spontaneo. La corrente fluirà.
(…) Esiste solo il silenzio. E questo silenzio è privo di paura. Nulla lo può turbare, perché ciò che può turbarlo è stato espulso dal tuo organismo. La tempesta è scomparsa”.

Osho, La Nuova alchimia – Commento a “La luce sul Sentiero” di M. Collins

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