DUE MAESTRI, UN’UNICA VIA

Incontro tra la psicosintesi di Roberto Assagioli
e l’insegnamento di Eckhart Tolle

 | di GAIA S. LAMON |

Tesi del Corso di Counseling Psicosintetico –
Istituto Internazionale di Psicosintesi Educativa

 ~ Introduzione ~ 

Non è sempre facile capire dove cercare. A volte inciampiamo negli incontri, nei libri, nei suggerimenti quasi per caso. Altre volte la vita si fa un po’ pregare e richiede non solo ricerca costante, ma anche un po’ di ostinazione.
Di sicuro alla maggior parte di noi non è capitato, né capiterà, di ricevere una risposta netta e precisa agli interrogativi “chi sono, cosa sono venuto\a a fare qui?”, o una grande ed improvvisa illuminazione. Ma forse ci accadrà di scoprire di fare parte di un grande gruppo di esseri umani in cammino, nella buona e nella cattiva sorte, e di comprendere che in questa ricerca non siamo soli. Altri ci hanno preceduti sul sentiero, alcuni grandi Maestri sono comparsi nella storia dell’umanità per indicarci una direzione e spiegarci che ciò che ci domandiamo (e anche l’angoscia che proviamo nel non avere facili risposte), non è solo il frutto di una nevrosi, di una colpevole incapacità di vivere o di essere “normali”, bensì una condizione universale che condividiamo con milioni di altri esseri.
A partire dal primo libricino di “Siddharta” che qualcuno ci regalerà da adolescenti, o dall’”Autobiografia di uno Yogi” letto di notte vicino a un falò, inizieremo probabilmente a scoprire che voci lontane nel tempo e nello spazio, ma al tempo stesso vicine, ci parlano in tanti modi diversi della realtà, della vita, di noi. Scopriremo forse l’universo fino ad allora sconosciuto dei grandi maestri e maestre che vissero in Oriente, delle loro parole, delle loro opere. Ci sembrerà allora che qualcuno abbia percorso i nostri stessi dubbiosi passi e che un esercito di filosofi, di poeti, di veggenti, di yogi, di eroi, sia vissuto in qualche modo per arrivare a parlarci, e che proprio per questo le loro vite abbiano avuto un senso e che questo senso sia davanti a noi, ma ancora da esplorare.
Una sapienza antica ci parla, e ci chiama: a riflettere, a praticare la meditazione, ad ascoltarci, a vivere più saggiamente, ad accettare i nostri limiti per poi superarli, a cambiare…
Ecco come Roberto Assagioli si esprime sulla Bhagavad-Gita, uno dei fondamentali testi dell’antica sapienza indiana ” …la psicologia introspettiva degli indiani, specialmente riguardo gli stati più elevati di coscienza, arrivò ad un tal punto di complessità e profondità da superare di gran lunga la psicologia contemporanea”.
Non possiamo però ignorare il fatto che siamo persone nate e vissute in Occidente, molti secoli (se non millenni) dopo che quelle luminose parole furono scritte. Qualcosa si interpone tra noi e loro, a volte non riescono a parlarci in modo diretto e chiaro, e noi non riusciamo a sentirle fino in fondo, rischiando di perderci negli infiniti rivoli di questa conoscenza. Ci si può chiedere come integrare questo patrimonio così prezioso nelle nostre vite: perché è così difficile, se non impossibile, “fermare i pensieri”? Perché questo “io” resta così complicato da afferrare e da definire? Come mai nonostante tutti gli sforzi, troppe voci continuano ad affollare i pensieri e le emozioni a confonderci? Esisterà un insegnamento in grado di farci approdare ad una maggiore calma, ad una più profonda centratura e conoscenza di noi senza che ogni sforzo risulti vano e ogni risultato poco duraturo?
Come dice Assagioli, la psicologia introspettiva degli indiani è stata ed è qualcosa di eccezionale. Il problema che io ho incontrato leggendo alcuni dei loro testi sacri, è stato, come dicevo, quello di molti: e cioè la loro lontananza dalla mia, dalle nostre strutture psicologiche.
A colmare questo vuoto, alla fine dell’Ottocento comparve, in Europa e in America, la Teosofia. Io mi sono imbattuta nei libri dei teosofi più di dieci anni fa, e ne sono stata subito affascinata, proprio per la loro capacità di iniziare un processo di unione culturale e spirituale tra Oriente e Occidente. Grazie alla teosofia ho iniziato a conoscere la saggezza dei grandi Maestri, e ad approcciare con più facilità i temi che riguardano lo Spirito, la Vita eterna, l’Amore, il Servizio… Qualcuno, anche “qui da noi” era già consapevole di questi argomenti più di cento anni fa, e si prodigava per decifrarli e per diffonderli! Fu una bellissima scoperta.
In questo contesto, la comparsa di Assagioli fu un evento quasi provvidenziale. Ricordiamo che non solo lui fu un grande teosofo, ma per prima lo fu sua mamma, che lo iniziò a queste conoscenze. Assagioli rappresenta un altro, fondamentale, “anello mancante” tra l’Oriente e l’Occidente. Ma la luminosità della sua presenza è resa più grande dal fatto che, da psichiatra, abbia iniziato a infondere nello studio scientifico della mente umana gli elementi della religione perenne, cioè della spiritualità. In questo è stato un grandissimo pioniere, avanti di cento anni rispetto ai suoi contemporanei. Ha iniziato a colmare quel divario di cui parlavo prima, tra la capacità ricettiva delle nostre menti e il valore di insegnamenti che altrimenti rischierebbero di essere per noi troppo lontani. Ha costruito, con una incredibile intuizione, un modello -il modello psicosintetico- che rappresenta il primo vero ponte tra la psicologia occidentale e il mondo dello spirito.
Era quello che stavo cercando. Basterebbe prendere in considerazione soltanto gli esercizi di disidentificazione o le pagine dedicate alla descrizione del Sé, per rendersi conto di come l’intera psicosintesi sia…una sintesi tra i mondi. Non solo l’Est e l’Ovest, ma anche l’antico e il nuovo, l’ordinario e lo straordinario, l’alto e il basso, l’individuale e il collettivo, la mente e lo spirito!

Ma Assagioli ha anche sempre desiderato, e dichiarato fortemente, che la psicosintesi doveva rimanere un modello inclusivo ed aperto agli apporti esterni. Forse persino troppo, come dicono alcuni critici. E’ un dato di fatto, comunque, che spesso ci siano elementi esterni alla psicosintesi che mostrano di avere con essa vicinanza e punti in comune. Credo che l’importante sia non perdere mai di vista alcune mète che Assagioli aveva ben chiare, prima di tutto lo sviluppo della coscienza individuale e collettiva, la collaborazione tra le persone e tra i popoli, lo sviluppo di valori come la tolleranza, il pacifismo, i Retti rapporti umani. Da questo punto di vista l’integrazione con altre discipline, correnti, filosofie ed insegnamenti è non solo possibile, ma addirittura auspicabile.
In questa prospettiva ho pensato che potevo provare ad offrire uno sguardo di tipo psicosintentico su uno dei maestri che, insieme ad Assagioli, ha accompagnato il mio percorso di crescita degli ultimi anni: Eckhart Tolle.
Il suo insegnamento si inscrive nel solco della tradizione e della prospettiva psico-spirituale di cui ho parlato e ha moltissimi punti di contatto, nella sua pratica, con le indicazioni della psicosintesi. Mi sono sentita di provare a fare questo confronto perché ho sperimentato in prima persona l’efficacia delle sue parole. E tengo molto a dire che tutti gli aspetti su cui mi sono soffermata nella tesi, li ho vissuti e continuo a viverli ogni giorno. Ho scelto di parlare non solo di quello che ho appreso in questi anni, ma soprattutto di ciò che ho imparato a fare “mio”, e che è diventato per me una continua pratica interiore quotidiana. Ma chi è Eckhart Tolle? E che cosa è “Il potere di Adesso”?
Come si legge nelle sue note biografiche, Eckhart Tolle è un autore e maestro spirituale nato in Germania. Ha studiato alle università di Londra e Cambridge, ma all’età di 29 anni una profonda trasformazione interiore ha cambiato radicalmente il corso della sua esistenza.
Il “New York Times” ha definito Eckhart Tolle come “l’autore spirituale più famoso negli Stati Uniti” e lo ha inserito nella classifica delle “persone più influenti al mondo a livello spirituale”.
Il Potere di Adesso di Eckhart Tolle, pubblicato nel 1997 e tradotto in 33 lingue, è stato al primo posto nella classifica dei best seller del “New York Times”. Questo e il suo libro successivo, Un nuovo mondo, sono ampiamente riconosciuti come due dei più importanti libri spirituali del nostro tempo e hanno venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo.

Tolle dunque è diventato un “Maestro di presenza” in seguito a una serie di profonde crisi esistenziali che lo hanno fatto approdare a quella che nella vita di diversi mistici è stata chiamata l’ “oscura notte dell’anima” e che è stata ben descritta, insieme ad altri, da S.Giovanni della Croce. Ecco come racconta Tolle la sua esperienza:
“Il silenzio della notte , i vaghi contorni della stanza buia: tutto sembrava così estraneo ed ostile e così totalmente privo di senso da provocarmi un profondo disgusto per il mondo. La cosa più disgustosa di tutte era però la mia esistenza. Che senso aveva continuare a vivere con questo fardello di infelicità?Perché proseguire questa lotta?Sentivo una profonda brama di annullamento, diveniva più intensa del desiderio istintivo di continuare a vivere. Non posso più vivere con me stesso”
A questa crisi terribile fece seguito, il mattino dopo, la sua straordinaria esperienza di Risveglio. “Udii le parole “non opporre resistenza” dentro il mio petto. Mi sentivo risucchiato in un vuoto… Improvvisamente non ebbi più paura e mi lasciai cadere in quel vuoto. Fui risvegliato dal cinguettio di un uccello. Non avevo mai udito un suono simile. Avevo gli occhi ancora chiusi e vedevo l’immagine di un diamante meraviglioso (…) Per i successivi cinque mesi vissi in uno stato di profonda beatitudine. Tale abbandono doveva essere stato così completo che questo sè falso e sofferente era crollato. Allora, ciò che rimaneva era la mia vera natura di onnipresente io sono: consapevolezza allo stato puro prima dell’identificazione con la forma”.
Di fatto Tolle passò i successivi mesi di cui racconta seduto sulla panchina di un parco, in uno stato di contemplazione. Piano piano diverse persone cominciarono ad avvicinarlo, per parlare con lui e chiedergli come e cosa stava vivendo (anche perché, da fuori, appariva un po’ strano!). Lentamente riacquistò il contatto con il mondo materiale dopo quella meravigliosa esperienza di vetta, e iniziò a spiegare a chi lo avvicinava il senso della profonda trasformazione che ne era conseguita. In pochi anni, attraverso il continuo contatto con le persone, è diventato uno dei più famosi insegnanti spirituali del mondo.
La preziosità del suo insegnamento non consiste però nella descrizione di uno stato di estasi che tra l’altro nessuno di noi potrà mai probabilmente sperimentare. Tolle si dedica ad insegnare come immergerci, nel nostro piccolo e ogni giorno, in uno stato di Presenza sempre più intenso. Ci insegna, attraverso il lavoro di disidentificazione, ad entrare in modo sempre più profondo in contatto con l’Io, ad “abitarlo” stabilmente. A vivere pienamente il momento presente, ad essere con tutti noi stessi quello che siamo, senza rifiuto e senza giudizio. Come dice lui: a vivere nell’Adesso.
In questo breve viaggio alla scoperta di Tolle e delle sue connessioni con il pensiero di Assagioli, esplorerò diversi argomenti che di fatto costituiscono i pilastri della psicosintesi, arricchiti di nuovi spunti. Parlerò di identificazione e disidentificazione, dell’Io e del Sé, del superconscio e delle subpersonalità, della stella delle funzioni, di pensieri, emozioni, corpo, di accettazione e di Retti rapporti umani… buona lettura!

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