LA TUA INIZIAZIONE NON HA BISOGNO DI RITUALI

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Uno dei grandi ostacoli allo sviluppo spirituale individuale è innescato da una paura che in quest’epoca è quasi innata in tanti di noi: la paura di vivere. O, meglio, la paura dell’intensità della vita. Suona forse un po’ vago e astratto?

Proviamo a spiegarlo così: uno dei blocchi che maggiormente ci influenzano è la paura di provare emozioni. Perché abbiamo paura? Perché le emozioni sono in grado di travolgerci. Non sappiamo come affrontarle, non sappiamo come viverle in noi e in mezzo agli altri, come integrarle: in modo consapevole o inconsapevole temiamo che ci sommergano, ci invadano, ci disintegrino. E così passiamo il tempo a cercare di respingerle, di ignorarle, di attutirle. Contrastiamo le emozioni, sebbene esse siano un elemento fondante e insostituibile della nostra sostanza di esseri umani, e nel farlo sprechiamo una grande quantità di energia vitale!

Potrebbe sembrare, questo, un argomento che riguarda più la psicologia che la spiritualità, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di due sfere del nostro essere che dipendono strettamente l’una dall’altra. Senza una maturazione sul piano emotivo, non possiamo evolverci nemmeno sul piano sottile.
La nostra coscienza, per evolversi, ha bisogno di affrontare le emozioni, di accettarle, elaborarle, trasformarle, lavorarle. Può volerci del tempo, ma una volta esaurita la loro carica disturbante, alcune emozioni smetteranno di agganciarci e di coinvolgerci, ci influenzeranno sempre meno. Ce le lasceremo alle spalle, come un vecchio ostacolo ormai superato, e procederemo con più sicurezza e leggerezza.

Come si inizia a lavorare con le emozioni?

Gli esseri umani sono quasi sempre e quasi tutti molto ben addestrati a ignorare cosa provano (sia nel bene che nel male), perciò la capacità di distinguere le proprie emozioni è una abilità che si conquista principalmente con l’esercizio. Non è una caratteristica innata.

Se vogliamo iniziare con le tecniche di auto-aiuto, ci sono tantissimi libri e tanti autori che insegnano come lavorare sull’emozione; ognuna e ognuno di loro ci offre metodi e spunti diversi da cui partire. Tra questa ampia scelta troviamo un testo molto interessante, uscito alla fine degli anni Ottanta, che si intitola “Iniziazione al terzo millennio“, di Peter Roche de Coppens.

“Durante l’era dei Pesci, ultima grande epoca che ormai sta finendo, lo slancio delle forze evolutive si è basato essenzialmente sulla coordinazione, la costruzione e la purificazione del corpo astrale, cioè della natura emozionale. Questo corpo e questa natura dell’essere sono stati fortemente sensibilizzati, rivitalizzati e raffinati soprattutto attraverso il dolore e il sacrificio.
Durante l’Era dell’Acquario, che sta nascendo, le forze evolutive lavoreranno per il completo sviluppo, l’attivazione e la coordinazione del mentale con i nostri corpi fisico, emozionale e spirituale. Gli esseri umani hanno avuto per centinaia di migliaia di anni una natura con comportamenti fisici, emozionali o spirituali, ma la purificazione, la coordinazione e il perfezionamento di queste facoltà umane richiederanno ancora molto tempo prima di arrivare alla loro completa realizzazione.
Tuttavia, durante ogni era, le forze cosmiche e telluriche, lo slancio vitale ed evolutivo, prendono una ben precisa direzione.”

Roche de Coppens inizia quindi facendoci un quadro ampio della “questione emozionale”, che a quanto pare non riguarda solo le generazioni che attualmente vivono sulla Terra, ma è un problema vecchio come il mondo. Solo che, ci spiega de Coppens, in questa epoca siamo arrivati ad un momento cruciale. Tutto si è molto… intensificato. E per questo, anche, proviamo inquietudine. Nel contempo sappiamo che siamo sostenuti da potenti forze evolutive, “cosmiche e telluriche”. In pratica siamo pervasi (che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no) da una forte energia planetaria, che ci sospinge e ci sostiene nell’affrontare i passi decisivi per la purificazione dei nostri blocchi emotivi.

In pratica, cosa deve succedere per andare avanti?

“Da un lato gli esseri umani possono reagire a queste forze e cooperare con esse coscientemente e completamente, e in questo modo la realizzazione completa del loro essere e l’adempimento del loro destino saranno più veloci; d’altro canto, essi possono anche agire in modo impulsivo e cieco, lasciandosi dominare dalla mutevolezza delle loro emozioni: in questo caso dovranno subire le conseguenze dei loro atti e di ciò che avranno innescato in se stessi e negli altri.
Possiamo quindi affermare che se le forze evolutive si sono concentrate, nel corso degli ultimi duemila anni, sullo sviluppo, la purificazione e la coordinazione del corpo astrale (cioè la natura emotiva degli esseri umani), l’ultima crisi, o l’esame finale, coinvolgerà particolarmente questo momento storico. Il nocciolo della crisi o dell’esame sarà
a livello psichico o psicologico, coinvolgerà le nostre emozioni molto intensamente e avrà un’influenza determinante sulle relazioni umane, sulla salute e la creatività.”

Quindi noi possiamo decidere, possiamo scegliere cosa fare: se tuffarci nell’avventura, oppure se restare fermi sull’argine ad aspettare ancora un po’. Resta il fatto che questo, a quanto pare, è un momento particolarmente favorevole per affrontare i nostri problemi psicologici e provare a scioglierli. Saremo sostenute e sostenuti nel farlo. Ci è richiesto però di lasciarci andare, di non fare troppi calcoli, di essere avventurose-i e vedere cosa succede. Di lasciarci il più possibile le nostre paure e il nostro enorme bisogno di sicurezza alle spalle.

Ma perché correre questo rischio, se temiamo che le conseguenze siano dolorose?

La risposta è che ne ricaveremo una formidabile gioia di vivere, che supererà di molto la sofferenza e gli sforzi. Perché sbloccare le emozioni ci porta sempre in contatto con la fonte di vitalità del nostro essere. Potremo smettere di guardare ai nostri sentimenti giudicandoli, e iniziare a considerarli come una opportunità (forse la più grande che abbiamo in questo momento) per cambiare, diventare più forti e più libere-i. Ecco qui:

“Naturalmente, la purificazione e l’intensificazione delle nostre emozioni e della nostra natura profonda sono fonte di dolore e di angoscia, ma ci procurano, in compenso, una formidabile gioia di vivere.
Sperimentiamo un’amplificazione e un dilagare della forza vitale, la quale fa rinascere la nostra natura e il nostro intero essere, accentuando, però, il gioco del bilanciere emozionale fino al punto di causarci una possibile crisi di nervi o di annientarci; ma possiamo anche decidere di rimanere padroni delle energie e facoltà della nostra personalità.”

Non c’è nulla che già non sappiamo. Il motivo per cui in pochi osano tentare “la traversata” è che immaginiamo il rischio che comporta: mettersi alla prova fino all’estremo. Si tratta di una vera e propria prova iniziatica, il primo gradino verso quel “Conosci te stesso / te stessa” che la grande tradizione spirituale ci ha tramandato, senza il quale nessuna evoluzione è possibile.
Alla fine di questo potentissimo processo non saremo annientati ma, anzi, rinasceremo a una vita nuova.

Il libro “Iniziazione al terzo millennio” offre molti spunti di riflessione e di lavoro pratico, spesso ispirati alla psicosintesi. Possiamo sentirci vicini a tanti tipi diversi di terapie e di percorsi. E in fondo, per vedere se fanno per noi, l’unica soluzione è quella di iniziare a provare. L’importante è mettersi in gioco, no? Magari sbagliando, o annoiandoci, o cambiando idea a metà strada.
O magari, invece, emozionandoci. E proprio allora sapremo che stiamo facendo qualcosa che, in un modo o nell’altro, ha davvero senso per noi, e non avremo dubbi sul nostro desiderio di andare avanti,

da Peter Roche de Coppens, “Iniziazione al terzo millennio”

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