Raccontare l’orto: spinaci

da | L'orto curioso

GLI SPINACI

Il grande Soyer disse degli spinaci: “Parliamo di questa pianta per inciso, e ci rammarichiamo che i nostri primi maestri della cucina non siano stati in grado di trasmetterci i risultati dei loro studi nella preparazione degli spinaci, la cui precocità li renderà sempre preziosi agli amanti della tavola” (The Pantropheon, 1853). Lamentava che gli antichi, che tante cose ci hanno insegnato su altre piante (spesso anche completamente sbagliate), non avessero nulla da dire sugli spinaci. Tuttavia John Evelyn aveva detto nel 1699 che gli spinaci “bolliti senza nessuna aggiunta di acqua oltre la loro umidita naturale, sono un eccellente condimento con burro, aceto o limone, per qualsiasi genere di carne bollita, e possono essere inclusi nella dieta di un malato”. Gli spinaci sono originari della Persia, ma probabilmente giunsero nell’Europa del Nord dalla Spagna, dove furono portati dagli Arabi. Certo la loro introduzione portò all’abbandono di un gran numero di erbe che venivano mangiate come oggi si mangiano gli spinaci, e questo è un peccato, perché qualunque cosa porti all’impoverimento della varietà e da deplorare. Le ortiche tenere, per esempio, trattate come gli spinaci nella prima primavera, sono ancora superiori. Ma gli spinaci sono ricchissimi di vitamina A e C, ferro e calcio. E hanno il vantaggio che ci sono sempre, d’inverno o d’estate.

LA COLTIVAZIONE

Gli spinaci prediligono un clima fresco, col caldo c’è pericolo che vadano a fiore. Seminateli d’autunno e nella prima primavera. Vangate e pacciamate, e cogliete le foglie che vi servono. La bieta e piu rustica ed è meno facile che vada a seme in estate.

GLI USI

Per le loro famose virtù energetiche (ricordate Braccio di Ferro?), gli spinaci si credeva fossero cibo prezioso per gli anemici, i ragazzi in crescita (che invece di solito li odiano, chissà perché), i convalescenti. Proibiti invece a chi soffre di gotta e reumatismi. Deliziosi mangiati crudi, appena colti, magari in insalata secondo questa ricetta, o magari quest’altra.

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