Raccontare l’orto: cicoria

da | L'orto curioso

La cicoria

Questa pianta ha avuto commercio con la magia, e ha generato una quantità di leggende. Nel suo “Dry Dinner” del 1599 Dyett dice che “è stata ed è ancora oggi una pianta cui la superstizione attribuisce il potere di far ottenere il favore dei potenti a chiunque unga il proprio corpo col suo succo“. Cresce selvatica in molti Paesi, possiede una gran varietà di nomi dialettali e locali. Molti scrittori antichi trattano la cicoria e l’indivia insieme, perché queste due composite hanno molte caratteristiche in comune. Sappiamo da Orazio che la cicoria veniva usata ai suoi tempi; Plinio, Virgilio e Columella ci parlano dell’indivia. Essendo imparentata con la famiglia della lattuga e del tarassaco, la cicoria ha una punta d’amaro – un amaro che puo venir mitigato dall’imbianchimento, perché quanto più verdi sono le foglie, tanto più saranno amare. Tutte e due sono utilissime per le insalate invernali, quando mancano quasi tutte le altre verdure. La cicoria si presta ad esser forzata, e all’imbianchimento, in un luogo scuro, quando tutto il resto è sotto la neve. Produrrà dei getti bianchi. Staccateli delicatamente quando ne avete bisogno e otterrete un nuovo raccolto. Usateli subito: esposti alla luce, appassiscono nel giro di un’ora.

LA COLTIVAZIONE

La cicoria ama l’ombra, il fresco, ed un terreno ricco ed umido. Seminatela in primavera e in estate per l’insalata; seminate a metà dell’estate per forzarla d’inverno. Ripulite il suolo dalle erbacce e mantenetelo sciolto.

GLI USI

È una delle piante più versatili. Se ne possono mangiare le radici, le cosiddette puntarelle o cicoria di Catalogna, di cui si consuma parte della radice e del fusto bianco, e un po’ della foglia stretta e allungata. Il prolungamento della radice, che cresce in inverno quando le foglie sono state cimate, è la celebre indivia belga. Ma la cicoria selvatica, amarissima e un po’ pelosa, tagliata a striscioline, è la migliore delle insalate, naturalmente per chi ama l’amaro. Del resto, il proverbio dice: “L’amaro, tientelo caro” perché vuol dire salute.

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